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In aumento gli interventi cardiovascolari di Tavi

Cardiologia Redazione DottNet | 06/10/2017 09:36

La stenosi aortica degenerativa determina un graduale indebolimento del muscolo cardiaco con conseguente insufficienza cardiaca

La Campania si conferma sempre piu’ all’avanguardia nel campo dell’interventistica cardiovascolare. Sono in costante aumento infatti gli interventi di TAVI, l’innovativa tecnica di sostituzione attraverso un catetere delle valvole aortiche che sempre piu’ speranze dà ai malati di stenosi aortica degenerativa.  Questa patologia colpisce principalmente i soggetti anziani: infatti, dopo i 70 anni, la malattia ha una prevalenza del 5% . Nella nostra regione circa 4000 pazienti soffrono di questa patologia, 1000 dei quali andrebbero trattati con questo intervento. La stenosi aortica degenerativa determina un graduale indebolimento del muscolo cardiaco con conseguente insufficienza cardiaca mentre parallelamente aumenta il rischio di morte improvvisa se il paziente non riceve un trattamento adeguato. Si stima che la mortalità è del 30% per anno dall’inizio dei sintomi, addirittura leggermente superiore rispetto al tasso di mortalità causato dal cancro al polmone. 

“Non esistono terapie farmacologiche in grado di migliorare la sopravvivenza di questi pazienti; l’unica terapia efficace è la sostituzione della valvola malfunzionante afferma l’esperto dott. Arturo Giordano, direttore del reparto di Interventistica Cardiovascolare del Presidio Ospedaliero Pineta Grande di Castelvolturno - Per oltre 30 anni e fino al 2007, l’unica opzione valida per la sostituzione delle valvole era l’ intervento chirurgico a cuore aperto. Ma molti pazienti erano inoperabili o ad altissimo rischio in quanto anziani e quindi molto spesso affetti da comorbidità. Dal 2007 la rivoluzione è arrivata con la TAVI, (impianto della valvola aortica transcatetere), un intervento che si esegue senza l’apertura del torace, senza fermare il cuore e senza l’utilizzo della macchina cuore-polmone.   La nuova valvola, infatti, viene “trasportata” al cuore grazie a un catetere inserito nell’arteria femorale. Attraverso un foro all’inguine senza incisione, la valvola viene prima compressa e poi rilasciata una volta arrivata  al livello della valvola malata”. 

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La grande novità del 2017 è la nuova valvola “fuori misura”  impiantata per la prima volta in Italia dal Dott Giordano presso il Presidio Ospedaliero Pineta Grande di Castelvolturno (CE), conosciuta dagli addetti ai lavori con il nome di EVR 34, prodotta  da Medtronic.  La novità consiste nel fatto che per la prima volta si è riusciti ad inserire in un catetere di meno di 6 millimetri una valvola che una volta rilasciata raggiunge 34 millimetri di diametro. Queste dimensioni consentono di dare  nuove  speranze a quanti erano esclusi dalla TAVI perché anatomicamente non trattabili con le protesi in commercio.  “I pazienti che fino ad oggi erano quindi destinati a morte quasi certa erano il 10% dei  1000 che annualmente necessitano di questo intervento – continua Giordano - Per cui possiamo dire di aver “recuperato” a nuova vita almeno 100  pazienti l’anno. E’ stato accertato inoltre che i migliori risultati si ottengono in centri che hanno eseguito piu’ di 200 interventi l’anno e la nostra esperienza, di circa  600  interventi l’anno effettuati da me e dal mio gruppo composto dal Dott. Paolo Ferraro, Nicola Corcione, Stefano Messina, Gennaro Maresca e Giuseppe Biondi Zoccai, ci ha permesso di essere i primi a poter utilizzare questa nuova protesi per i pazienti campani e per quanti  afferiscono al nostro centro da fuori regione”.”.

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